Se la città ha un'anima, essa si trova nelle periferie. Per favorirne la formazione il cardinal Gianfranco Ravasi suggerisce il criterio della interculturalita'. Certo, nel centro storico si concentra un importante milieu sociale, vi si ritrovano i più importanti monumenti, si svolgono eventi di valenza nazionale e internazionale, quanto mai pubblicizzati; ma l'anima dei centri storici, cosmopolita e omogeneizzata da una cultura che tende al globale, è molto simile a Milano come a Napoli, a Roma, a Parigi, a New York. L' identità piu' genuina di una città, non legata alla sua èlite, si riscontra proprio nelle periferie. Permane, anacronisticamente in un'epoca di globalizzazione della comunicazione, una dicotomia, matrice di diseguaglianze, tra centro e periferia. La rivalutazione di quest'ultima può venire dalla Città Metropolitana nella quale le attuali periferie sono destinate a diventare centri di raccordo con i comuni delle nuova realtà amministrativa. La Grande Milano indica la via da seguire.
Se ne è parlato ad un seminario organizzato dal Coordinamento dei Comitati Milanesi, dove è stato presentato un sondaggio Ipsos secondo il quale le periferie presentano situazioni di degrado e di insicurezza accanto a nuovi e vitali fenomeni di centralità e di attrattività.
Secondo un censimento della Consulta Periferie Milano, nei quartieri all'esterno del centro storico. nel solo mese di marzo 2015. si sono svolti oltre 150 eventi a ingresso libero: concerti, rappresentazioni teatrali, visite guidate, conferenze, manifestazioni sportive, corsi scolastici per immigrati e non, e tanto altro, a cura di oltre 700 enti e associazioni. L'informazione è garantita da giornali, radio e tv locali. Ma scarsi o nulli sono i tentativi di rapportare questa stupefacente vivacità culturale al centro storico.
ACHILLE COLOMBO CLERICI, Presidente Assoedilizia
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