Seminario a Milano del Coordinamento Comitati Milanesi
DALLA CITTA' METROPOLITANA POSSIBILE RISCATTO DELLE PERIFERIE
Colombo Clerici: "C'è bisogno di luoghi nei quali gli abitanti possano identificarsi"
Se la città ha un'anima identitaria – e ce l'ha, eccome – essa si trova nelle periferie. Certo, nel centro storico vive un importante milieu, vi si concentrano i più importanti monumenti, si svolgono eventi di valenza nazionale e internazionale quanto mai pubblicizzati; ma l'anima dei centri storici, cosmopolita, è molto simile a Milano come a Napoli, a Roma, a Parigi, a New York. Infatti l'identità di una città viene rappresentata dal suo popolo, non dalla sua èlite; popolo che vive nelle periferie.
E ancora: permane, anacronisticamente in un'epoca di globalizzazione della comunicazione, una dicotomia, matrice di diseguaglianze, tra centro e periferia. La rivalutazione delle periferie può venire dalle Città Metropolitane nelle quali le attuali periferie sono destinate a diventare raccordo con i comuni delle nuove realtà amministrative. La Grande Milano indica la via da seguire. Problematiche e modalità sono state spiegate nel seminario organizzato dal Coordinamento dei Comitati Milanesi di Carlo Montalbetti.
Le periferie presentano situazioni di degrado e di insicurezza accanto a nuovi e vitali fenomeni di centralità e di attrattività. Un sondaggio Ipsos realizzato a Milano ritrae una città sul filo dell'emergenza. Per il 34 per cento dei suoi abitanti è «poco sicura», per l'8 «per nulla sicura». In totale il 42 per cento non si sente tranquillo, era il 34% solo un anno fa. La paura, quindi, da un lato non va sottovalutata, ma, dall'altro, nemmeno strumentalizzata a fini elettorali. La paura, al contrario, va capita e affrontata, partendo dal basso, confrontandosi sui problemi reali, facendo seguire alle idee i fatti concreti.
Eccoli. Secondo un censimento della Consulta Periferie Milano, nei quartieri all'esterno del centro storico nel solo mese di marzo 2015 si sono svolti oltre 150 eventi a ingresso libero: concerti, rappresentazioni teatrali, visite guidate, conferenze, manifestazioni sportive, corsi scolastici per immigrati e non, e tanto altro, a cura di oltre 700 enti e associazioni.
L'informazione è garantita da giornali, radio e tv locali. Ebbene, questa stupefacente vivacità culturale trova scarsa o nulla pubblicizzazione da parte dei grandi media polarizzati dal centro storico. Né sorte migliore hanno i tentativi di collegare la cultura tra centro e periferia. Esempio emblematico: il Teatro degli Arcimboldi alla Bicocca non è mai diventato la Scala-bis come era stato programmato.
Commenta Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia: "Ogni periferia ha comunque bisogno di luoghi identitari per permettere a chi vi risiede di identificarsi, radicandosi in essa, e perciò di rispettarla e di amarla. Periferie vivibili fanno vivibile la città. Pensiamo ad esse come membra e il centro metropolitano come al corpo: indispensabili le une all'altro e viceversa per vivere".
Sono intervenuti: arch. Stefano Boeri, don Virginio Colmegna, il deputato Emanuele Fiano, Antonio Calabrò (Fondazione Pirelli), Ottaviano Di Blasi (Tutor Team Renzo Piano), l'assessore alla Casa e all'Area Metropolitana del Comune di Milano Daniela Benelli, Luca Comodo (Ipsos), rappresentanti del Coordinamento Comitati Milanesi.
Foto: Achille Colombo Clerici con don Virginio Volmegna
Nessun commento:
Posta un commento