La città tedesca presenta la sua strategia di adattamento climatico
Al centro delle città del futuro? La gestione delle acque di pioggia
Milano
come Essen? E’ la sfida che Legambiente e Gruppo CAP lanciano da Expo
immaginandosi, anche per la nuova Città Metropolitana, un cambio di
passo nella gestione delle acque come quello che ha consentito a Essen,
grande centro nella metropoli della Ruhr di ottenere dalla Commissione
Europea il riconoscimento di European Green Capital 2017, come ha spiegato questa mattina la vicesindaca Simone Raskob
nel convegno promosso da CAP e Legambiente a Cascina Triulza in Expo.
Il programma ambientale della città tedesca che ha maggiormente
impressionato la giuria prevede di gestire in maniera differenziata
l'acqua di pioggia, a partire da un primo obiettivo che fissa al 15% la
quota di acque piovane da sottrarre al sistema misto di fognature da qui
al 2020. Lo sforzo sarà quello di trovare le soluzioni innovative
capaci di permettere a queste acque di arrivare in falda o di essere
recapitate ai corsi d’acqua naturali senza sovraccaricare il sistema dei
collettori e dei depuratori, e dilazionandone la restituzione così da
attenuare le piene fluviali e i connessi rischi di esondazione. Fra le
soluzioni adottate c'è lo sviluppo di infrastrutture verdi urbane, che
affiancano alla tradizionale funzione del verde, pubblico e privato,
anche la gestione delle acque piovane con soluzioni quali il ricorso a
trincee drenanti, tetti verdi, bacini di ritenzione, rinaturalizzazione,
scopertura ed espansione dei corsi d'acqua.
“Quello tra le città e la gestione delle acque è sempre stato un rapporto delicato – dichiara Alessandro Russo, presidente CAP Holding
- tanto più oggi che dobbiamo pensare al superamento degli stretti
confini amministrativi per un approccio su scala di bacino, costruendo
un vero smart land. Un territorio intelligente in cui i temi dell’acqua
possano essere affrontati in modo integrato. Da parte nostra – continua
Russo – in qualità di gestore del servizio idrico affermiamo da tempo
che siamo pronti ad occuparci per esempio delle acque meteoriche, la cui
gestione oggi è parcellizzata fra troppi enti diversi. L’esempio di
Essen è illuminante: si tratta di un’area urbanizzata che per dimensioni
e densità è molto simile alla nostra e rappresenta senz’altro un
modello stimolante”.
Oggi
la sfida è quella di governare i processi di trasformazione urbana
progettando un'infrastruttura idrica intelligente e diffusa, che
trattenga le acque piovane, le gestisca, ne contempli il riutilizzo per
usi compatibili, crei nuovi paesaggi urbani che assecondino e moderino i
deflussi. Il tema non è solo quello di 'contenere' le acque attraverso
la proliferazione di vasche e bacini artificiali, ma di introdurre i
concetti di resilienza idrica nei criteri di progettazione ed esecuzione
di edifici, quartieri, e soprattutto nella rigenerazione di intere
parti di città, riducendo l'impermeabilizzazione delle superfici e
consentendo di gestire in modo efficace ed ecologico la circolazione
idrica, ed aumentando la sicurezza a tutto beneficio dei cittadini,
rispetto ai rischi connessi ai fenomeni climatici estremi.
“Occorre
disegnare un progetto delle acque di città che sia capace di rispondere
in modo non rigido agli impulsi meteoclimatici, garantisca miglior
efficienza d'uso della risorsa e una superiore qualità delle acque
restituite ai corpi idrici – insiste Damiano Di Simine, presidente
Legambiente Lombardia -. Per questo oggi prendere esempio da città
virtuose come Essen è prioritario per un’area come quella metropolitana
di Milano, che ad ogni fenomeno di pioggia intensa vede allagarsi i
propri quartieri proprio a causa della pervasiva cementificazione e
impermeabilizzazione dei suoli e delle aree fluviali. Occorre un
ripensamento degli approcci ingegneristici puri con cui fino ad oggi si
sono disegnate le reti scolanti, e per farlo bisogna pensare alle città
come organismi complessi e capaci di adattarsi al clima che cambia: per
questo non basta più pensare di gestire lo smaltimento delle acque solo
realizzando tubi che scaricano verso i comuni a valle, l'acqua deve
essere invece trattenuta, gestita, e se possibile utilmente impiegata”.
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