« Mancano undici mesi a Expo 2015 e le città italiane ci stanno arrivando con un volto che più imbrattato non si può. Per questo Assoedilizia ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, tradotta quale primo passo in migliaia di manifestini, affinchè i cittadini provvedano alla ripulitura dei muri utilizzando la normativa che consente ai condomini persone fisiche di usufruire per le opere di ordinaria manutenzione riguardante le parti comuni, della detrazione del 50% dal reddito dei singoli condomini. Il tetto massimo è di 96.000 euro per ogni detrazione relativa ad unità abitative o per uso diverso. Questa agevolazione è stata prorogata fino alla fine del 2014: ma rimane pur sempre una misura non strutturale che potrebbe un domani non essere più prorogata. E dalle pubbliche amministrazioni Assoedilizia si attende anche forme di incentivo (ad esempio l'eliminazione della tassa ponteggi ed occupazione di suolo pubblico), la fornitura gratuita del materiale di ripulitura e quant'altro.
Va tenuto ben presente che la battaglia contro graffito selvaggio non va condotta con una azione univoca, ne' basta la sola repressione; lo sappiamo bene noi che ne siamo protagonisti e testimoni da un quarto di secolo. Dapprima c'è stata la sottovalutazione del fenomeno da parte delle pubbliche amministrazioni: poche centinaia di ragazzotti, si diceva, quando la moda passerà spariranno anche i graffiti. In realtà solo a Milano i graffitisti sono migliaia, organizzati in crews (bande) collegati in una rete mondiale con giornali, radio, siti. Il graffitismo è componente di una cultura autonoma giovanile chiamata hip hop - l'ha documentata una tesi di laurea di Beatrice Sicchiero, studiosa del fenomeno e vicina ad Assoedilizia – che nella musica (rap) e nella danza (break) ha le altre fondamentali manifestazioni.
L'hip hop nasce oltreoceano per poi diffondersi prepotentemente in tutto il mondo grazie anche all'utilizzo delle nuove tecnologie (internet): sarebbe sufficiente questo per rendersi conto che ci troviamo di fronte a una realtà che non ha precedenti. E' il risultato di una componente 'orale' (musica e danza) e di una componente 'scritta', il writing, in Italia più comunemente definito graffito. Esso rappresenta l'adattamento ai nostri tempi, alla nostra cultura, alle nostre capacità tecnologiche, di pensieri antichi (e non potrebbe essere altrimenti). Nell'odierna società in crisi di valori il giovane cerca un'educazione autocritica, indipendente dalle norme e dalle morali sociali: il che vuol dire rifiuto dell'ordine costituito, invito alla costruzione da parte di ciascun individuo di un proprio autonomo spazio di azione e di pensiero. Ciò porta al costituirsi di gruppi di 'emarginati volontari' – la cui componente più deleteria è rappresentata dagli imbrattatori, veri hooligans dei muri - che esprimono la loro protesta, o almeno la loro estraneità, nei confronti della cultura dominante.
Prosegue l'analisi: la 'società centrale' (così gli esperti definiscono la maniera di vivere della maggior parte di noi) cerca di difendersi dalla 'società marginale', anche se si divide nel proporre gli anticorpi atti a curare la 'malattia': dalla repressione al dialogo. Ma società centrale e mezzi di comunicazione (salvo le lodevoli eccezioni di studiosi e di spiriti aperti) non hanno compreso la vastità e la complessità del fenomeno, e tantomeno si interrogano sulle sue origini e sui suoi possibili sviluppi; limitandosi ad apprezzarne – oppure a contrastarne – le manifestazioni esteriori, che sono solo la punta dell'iceberg.
In conclusione. Qualunque sia l'atteggiamento verso il writing, esso non può prescindere da una conoscenza indispensabile per trattarlo e contrastarlo. Contrastarlo come? Da New York il suggerimento che ci ha dato, nel corso di una teleconferenza organizzataci dal Consolato Generale USA a Milano, "Graffiti Answers", la società che, in collaborazione con l'amministrazione comunale, combatte il fenomeno ripulendo 6.000 mq. di muri al giorno: cancellare subito, e ripetutamente se gli imbrattatori tornano all'attacco, non disgiunto da un adeguato apparato sanzionatorio, è il sistema più efficace per dissuadere vandali e non.
Questa azione di contrasto ovviamente ha un costo, che va considerato costo sociale ad ogni fine e deve esser pagato dalla collettivita'.
Foto: Achille Colombo Clerici con Giancarlo Mazzuca direttore di "Il Giorno"
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