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mercoledì 4 febbraio 2009
Droga. “Dr. House? dovrebbe essere denunciato all’Authority”
Milano, 4 febbraio 2009 - "La nostra è una battaglia contro i mulini a vento oppure una maledetta tela di Penelope: di giorno noi costruiamo, la sera arriva qualcuno che distrugge quello che abbiamo fatto e dobbiamo ricominciare daccapo". E' sconsolato e irritato l'assessore alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, reduce dalla visione serale di una puntata del dottor House andata in onda su Fox. Motivo? L'ormai celebre dottore, che dopo aver conquistato le reti satellitari è approdato, sempre zoppicando, sulle reti nazionali Mediaset, ieri sera ha ammesso, con orgoglio malcelato, di fare consumo di droghe e di amarle.
"Roba da audience, certo – ha aggiunto Landi di Chiavenna – ma che sconforto: qui non si tratta di essere bacchettoni, qui il problema è che passano messaggi forti, devastanti e quei messaggi hanno presa proprio su quelle fasce di pubblico, i giovani, che noi tentiamo di allontanare dal mondo delle droghe e dell'alcol. Col denaro pubblico cerchiamo di informare, di prevenire, di combattere ogni forma di dipendenza, salvo poi dover rifare tutto dall'inizio perché il protagonista di una serie tv, diventata cult, inneggia agli stupefacenti. Parliamo di un personaggio molto seguito anche dai giovani che ci viene proposto come un modello da imitare, un medico che non sbaglia mai una diagnosi, che risolve casi impossibili, infallibile, che rischia di diventare il testimonial della droga".
"Certo, la vicenda potrebbe, anzi dovrebbe essere denunciata all'Authority". Non si tratta, secondo l'assessore, di mettere in atto alcun tipo di censura, bensì di "vigilare sulle finalità etiche dei messaggi che la televisione passa, perché il momento è drammatico: l'uso di cocaina è balzato a record storici, l'eroina ha ripreso a circolare massicciamente, l'hashish e la marijuana dei cosiddetti innocenti spinelli sono o modificati geneticamente per decuplicare il loro impatto stupefacente, oppure tagliati con sostanze tipo polvere di piombo o di vetro che li rendono letali: non si può giocare con queste cose – conclude Landi – io ci trovo poco da ridere o da sorridere".
In base agli ultimi dati diffusi dal dipartimento per le dipendenze dell'Asl, infatti, sono 20mila i milanesi che hanno assunto cocaina almeno una volta nel mese di dicembre 2008, 40mila nell'ultimo anno. Consumatori che salgono a 90mila, sempre nel mese di dicembre 2008, e a 135mila nell'ultimo anno per quanto riguarda l'uso di cannabis; 7mila (dicembre 2008) e 20mila (2008) ad aver inalato almeno una volta il popper; 7mila (dicembre 2008) e 15mila (2008) ad aver assunto ecstasy.
La cannabis risulta essere la sostanza più diffusa: quasi il 70% dei cittadini tra i 25 e i 34 anni l'ha provata almeno una volta. Percentuale che scende al 35% circa per i milanesi tra i 45 e i 54 anni e a meno del 20% per le persone tra i 55 e i 64 anni.
In Lombardia è in crescita il numero di coloro che fanno uso di cocaina, così come quello delle persone che si affidano al servizio sanitario nazionale per le cure di disintossicazione. L'Asl di Milano ha stimato un aumento, nel triennio 2006-2008, di circa il 26% delle persone in trattamento per cocaina. La percentuale dei 25-34enni che l'hanno provata almeno una volta è di poco meno del 30% e, di questi, circa il 12% ha dichiarato di essere un consumatore abituale.
Ma è l'eroina la droga attualmente "in ascesa": la percentuale di milanesi ad averla provata almeno una volta nella vita è praticamente la stessa (tra il 4 e il 6%) nei 15-24enni e nei 45-54enni.
L'assunzione di sostanze stupefacenti riguarda ormai diverse fasce sociali e culturali della popolazione: non sono più solo i ricchi ma anche i poveri a fare uso di cocaina, non più solo il mondo dello spettacolo e della moda ma anche la fascia dei lavoratori sotto i 30 anni e la popolazione universitaria.
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