In
occasione di Expo Milano 2015, all’interno del format “Design meets food,
Milano meets the world - Conversazioni sulla creatività”, promosso dalla
rivista INTERNI, l’associazione Gifasp e Arclinea sono stati i promotori di una
conversazione finalmente “fuori dalle righe dei soliti incontri” che ha visto
la suggestiva partecipazione di due giovani talenti milanesi. Lo Showcooking –
Talk è partito dal concetto di “Good design” di Munari ed ha visto protagonisti
Fabrizio Sansoni e Francesca Meana
“Good design, food design - Interior and exterior food
landscapes”, il talk che si è svolto il 22 giugno 2015 presso il Centro Cucine
Arclinea di corso Monforte a Milano, dal
quale è emerso il rapporto che lega i
concetti di contenuto, forma e funzione, ha visto i protagonisti Fabrizio
Sansoni, food stylist, designer & chef e Francesca Meana, paper designer, rispondere
alle domande della moderatrice Patrizia Scarzella, Vice Presidente Associazione
DComeDesign, Architect and Journalist e, al contempo, realizzare in diretta le
rispettive ‘specialità’.
Così, declinando entrambi in base alle proprie competenze
il concetto di “Good Design” di Bruno Munari,
Francesca Meana ha ‘allestito’ una serie di scatole che, oltre a contenere un
omaggio per i partecipanti alla serata (il frozen yogurt glassato con arance
amare firmato da Sansoni), potranno essere riutilizzate con le funzioni di
vassoio o vaso, mentre Fabrizio Sansoni ha ‘imbottito’ in tempo reale una
notevole quantità di mini cannoli siciliani con un ripieno di tartare di tonno
al sentore di arance. Proprio le arance
hanno rappresentato un altro fil rouge della serata, presenti com’erano in
tutte le specialità proposte da Sansoni: oltre ai già citati cannoli e frozen
yogurt, coni di riso con mousse di ricotta e guarniture di zeste di arancia,
tabulè libanese con variazione di agrumi e boulette di Fassona con senape
all’arancia. Uno Showcooking – Talk, dunque,
con al centro una ‘Orange
Experience’, cioè l’arancia, “un oggetto quasi perfetto in cui si riscontra
l’assoluta coerenza tra forma, funzione e consumo”.
“Good design, food design - Interior and exterior food
landscapes”, organizzato da GIFASP che promuove la “Cultura della protezione e
della sostenibilità” e che da sempre si occupa di protezione ed imballaggio e
da Arclinea, che quest’anno festeggia i 90 anni e per la quale la “cultura del
design” interseca “la cultura del cibo”, ha visto Fabrizio Sansoni e Francesca
Meana raccontarsi in un clima euforico e senza formalismi con la tessitura di
Patrizia Scarzella, che ha dato subito un senso del “sentirsi a casa” in una
conversazione tra amici. La formula che puntava sull’ “informale talento
giovanile piuttostochè”, ha colto immediatamente il bersaglio. Un incontro,
dunque, in cui vi è stato quasi un riconnettersi con la tradizione delle
antiche cucine del passato, centro e anima della conversazione e della vita
della casa.
“Good design, food design” è stato un evento in sintonia
con i valori di Expo Milano 2015, all’interno del format “Design meets food,
Milano meets the world - Conversazioni sulla creatività” della rivista INTERNI,
un evento-origami costruito con gioia e in tempo reale (nessuno squillo di
smartphone nella sala!).
Bello,
buono, perfetto tecnicamente: ma il cuore e la passione?
Abbiamo tratto un inciso dalla “fabula” di Fabrizio
Sansoni durante il suo intervento: “come
in un racconto, premessa e conclusioni sono i miei punti fermi. A cosa voglio
arrivare è il primo punto che considero e poi faccio un percorso a ritroso. Mi
ispira capire il mood, il concetto che devo esprimere. Da lì seguo un percorso
a ritroso che mi permette di individuare una logica e un punto fermo di
partenza. Studio i grandi chef internazionali e
le loro tecniche. Provo mille volte, cucino anche tutta la notte in
certi momenti. Non credo che il cibo possa essere solo bello o solo buono o
solo tecnica. Ci vogliono tutte le componenti e anche cuore e passione”.
Rendere
coerenti contenuto, forma e funzione
Francesca Meana, durante il talk, ha affrontato in
profondità il tema sotteso all’incontro: “credo
che affinchè il contenuto, la forma e la funzione siano coerenti, tutti i vari
attori del processo debbano saper collaborare il più possibile. Il contenuto è
ciò che deve essere enfatizzato, il punto focale di un progetto; la forma e la
funzione del packaging devono aiutare l'utilizzo del prodotto, raccontarlo,
essere l'interfaccia tra il prodotto e il cliente ma soprattutto il packaging
deve proteggere. Ciò che è interessante e sul quale sto cercando di spingere è
il fatto che la forma e la funzione possono cambiare nel corso della vita del
packaging: una volta finito di comunicare e proteggere il prodotto, sarebbe
bello non trasformarlo in rifiuto e che il packaging acquistasse una vita
propria e sarebbe ancora meglio se la progettazione del packaging nascesse già con questo intento e non
lasciasse il riutilizzo alla fantasia dell'utilizzatore finale”.
GIFASP
Associazione schierata sui valori portanti di Expo 2015.
Il Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli opera, fin dal
1960, come Gruppo di specializzazione all’interno di Assografici. GIFASP segue
inoltre strettamente l’attività di Comieco (Consorzio nazionale per il recupero
e il riciclo degli imballaggi a base cellulosa), influenza le scelte dell’ECMA
(European Carton Makers Association), condividendone le linee strategiche e
collabora con Pro Carton nell’ottica di promozione dell’immagine del packaging
cartotecnico. Per l’Esposizione Universale di Milano ha pianificato una serie
di interventi con il claim: “La cultura della protezione e sostenibilità”.
ARCLINEA
Per Arclinea, che nel 2015 festeggia i 90 anni, la
“cultura del design” interseca “la cultura del cibo” secondo un legame
inscindibile di grande apertura, capace di costruire un paesaggio domestico
sempre unico, che ha l’uomo e il cibo, come nutrimento, protagonisti. In questo
contesto, nell’ambito ‘proprio’ del tema principe di Expo, si conforma l’approfondimento sul
controverso e non ancora definito ‘food design’ proposto da GIFASP. Sempre più
la cucina deve impiegare sistemi propri di altri ambienti, andare incontro alle
diverse culture, spazialità, modalità d’uso. Deve sapere integrare funzioni
nuove, raccogliere le sfide della tecnologia. Ogni progetto deve perciò
rispondere a criteri differenziati, ma anche alle esigenze di sicurezza, di
etica e di sostenibilità. Per Arclinea, che
nel corso degli ultimi decenni ha cambiato, in modo univoco, il
comportamento e la ritualità in cucina, il design non si esprime solamente
attraverso forma e funzioni, ma diventa capacità di tradurre gli spazi in
luoghi di esperienza, creatività, condivisione.
Info:
Nessun commento:
Posta un commento