CONCERTO A SAN SATIRO NELLA CHIESA DEL BRAMANTE
di Benito Sicchiero
Ricorrono quest'anno i 500 anni dalla morte di Donato di Pascuccio d'Antonio, detto il Bramante, architetto e pittore italiano, considerato tra i maggiori artisti del Rinascimento: e ricorre anche il 450° anniversario della costituzione del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti di Milano per curare la formazione degli aspiranti ingegneri e architetti e rilasciare, allora, le "patenti" per l´esercizio della professione.
Il duplice anniversario che intende sottolineare l'auspicabile continuità dell'arte del Bramante in tutte le successive generazioni di ingegneri e architetti milanesi fino ad oggi, viene celebrato il 15 dicembre con un concerto nella chiesa di San Satiro in via Torino, a Milano, che il prevosto mons. Gianni Zappa ha per la prima volta messo a disposizione.
La chiesa di Santa Maria presso San Satiro fu d'altronde il primo progetto noto bramantesco: in origine un edificio di modeste dimensioni risalente al IX secolo, che venne riedificato costituendo uno dei capolavori rinascimentali del Bramante, celebre per la prospettiva illusoria della "finta abside";profonda solo 90 centimetri,produce un effetto di profondita' di ben 25 metri.
Tra gli organizzatori del concerto Gianni Verga, nome nella vita del Collegio e della politica del capoluogo lombardo.
Alla celebrazione è stato invitato il presidente di Assoedilizia e dell'Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.
E' opportuno ricordare, sia pure succintamente, l'artista e l'istituzione.
Della prima formazione del Bramante si conosce pochissimo, mentre si sa che giovanissimo si perfezionò ad Urbino alle scuole di Piero della Francesca, Paolo Uccello, Mantegna e Melozzo da Forlì.
Dopo un breve periodo a Bergamo si trasferì a Milano dove eseguì sia in qualità di architetto che di pittore numerosi lavori alla corte di Ludovico il Moro.
Della sua attività di pittore sono a noi pervenuti solo pochi affreschi, mentre rimangono le testimonianze degli interventi architettonici da lui progettati sia a Milano (Santa Maria presso San Satiro, Basilica di Sant'Ambrogio, Santa Maria delle Grazie; anche palazzi di civile abitazione come il cortile della "Casa dei Grifi" in via Valpetrosa, angolo dell' antica Trattoria dell'Orso; famiglie Soldati-Premoli, Sala, Dalla Palma), sia nel territorio del ducato (Duomo di Pavia).
Nel 1499, dopo la caduta dello Sforza, si trasferì a Roma, dove ottenne importanti lavori e dove trovò un ambiente intellettuale ed artistico che permeò ed elevò la sua arte.
A lui si deve la realizzazione del Chiostro di Santa Maria della Pace, del Tempietto di San Pietro in Montorio e del Cortile del Belvedere.
Nel 1506, Giulio II nominò Bramante architetto pontificio, incaricandolo di numerosi progetti urbanistici tra cui il più importante la demolizione e la ricostruzione dell'antica basilica costantiniana di San Pietro.
Il suo progetto fu originale e grandioso, ma i lavori per la sua realizzazione vennero definitivamente interrotti dalla morte prima del papa e poi dello stesso Bramante nel 1514.
Il tempo della sua vita terrena fu comunque sufficiente a fare di lui il più grande innovatore dell'architettura italiana del Rinascimento.
Il Collegio degli ingegneri e architetti di Milano è il continuatore dell´antico Collegio fondato a Milano nel 1563. Nel 1797, con legge della Repubblica Cisalpina, il Collegio fu chiuso in forza dei disposti della Libera Costituzione, che aveva imposto lo scioglimento di tutte le vecchie associazioni di carattere corporativo; le prerogative del Collegio in materia di formazione e rilascio dei diplomi passarono all´Università di Pavia.
Dopo l´Unità d´Italia, nel 1865, fu aperto a Milano l´Istituto Tecnico Superiore, scuola universitaria di ingegneria, che avrebbe poi preso il nome di Politecnico, avente come scopo la formazione dei quadri professionali.
Ne conseguì che nel 1868 fu riaperto anche il Collegio, come libera associazione culturale, organizzata su nuove basi per contribuire al progresso della cultura e della pratica dell´esercizio professionale post-universitario.
La sua attività proseguì fino al 1925, quando il Collegio non ritenne di poter rinunciare alla propria libertà e fu chiuso in applicazione delle leggi corporative fasciste, che prevedevano la soppressione delle autonome associazioni professionali.
Al termine della guerra, nel 1945, si riaprirono separatamente i Collegi degli ingegneri e degli architetti, che negli anni successivi si riunirono sotto l´antica denominazione di Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
Patrimonio del Collegio è l´antica Biblioteca e l´Archivio. Nell´Archivio sono conservati documenti che interessano la vita del Collegio; la parte più antica è costituita da una raccolta di manoscritti e originali a stampa, datati dal 1563 al 1800: si tratta degli "Statuti" e "Regolamenti", degli "Ordines" e degli "Stilati", cioè pareri emessi con valore di sentenza.
Nel 1878 Elia Lombardini, ingegnere idraulico di fama mondiale, morendo lasciava al Collegio la sua importante biblioteca tecnica.
Il Legato Lombardini, che comprendeva circa 1.100 volumi, costituì la base della Biblioteca del Collegio che, arricchita da altri lasciti ed acquisizioni, comprende oggi circa 20.000 volumi di argomento storico-tecnico: testi, atlanti, opuscoli e periodici pubblicati tra il 1500 e il 1900.
Attualmente la Biblioteca è collocata presso l´Istituto Milanese per la Storia dell´Età Contemporanea a Sesto San Giovanni.
Foto: Achille Colombo Clerici con il vice presidente della'Associazione Amici di Milano Ippolito Calvi di Bergolo
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