Collaudo impugnato al Tar
Il nuovo regolamento edilizio del Comune di Milano non piace alla proprietà edilizia. Soprattutto per due aspetti: l'obbligo
del "libretto del fabbricato" e quello del collaudo per tutti gli edifici, anche preesistenti. Con ricorso al Tar Lombardia-Milano, notificato il 23 gennaio 2015, Assoedilizia e un privato proprietario di immobili in Milano hanno impugnato alcuni articoli del regolamento edilizio di Milano approvato con delibera del Consiglio comunale il 2 ottobre 204 e pubblicato il 26 novembre 2015.
Il ricorso è patrocinato dagli avvocati Bruna Vanoli Gabardi e Luca Stendardi.
Più in dettaglio, gli articoli del Regolamento impugnati prevedono:
il conferimento al direttore del coordinamento delle attività edilizie, del potere di aggiornare automaticamente il regolamento per adeguarlo a disposizioni di legge, a decisioni della Corte Costituzionale e a sentenze definitive del Consiglio di Stato;
l'obbligo di collaudo degli edifici con più di 5o anni, con il venir meno della agibilità dell'edificio privo della relativa certificazione e l'obbligo per i notai di allegarla agli atti di compravendita;
l'intervento del Comune sugli immobili in accertato stato di abbandono e degrado con diffida a eseguire gli interventi di ripristino con assunzione di intervento e spesa daparte del Comune, che andrà poi a recuperarla coattivamente dal proprietario;
il fatto che se il Comune non esegue direttamente gli interventi può richiederli ai proprietari, che non avranno altri permessi se non li eseguiranno;
l'attribuzione a una destinazione pubblica dei beni di cui sopra nell'ipotesi che il proprietario non provve da al ripristino e il Comune non intervenga direttamente ritenendo la spesa eccessivamente gravosa;
l'istituzione del fascicolo del fabbricato e l'obbligo di consentire nei cortili il parcheggio di biciclette.
Foto: Achille Colombo Clerici con Bruna Vanoli Gabardi e Ugo Friedmann
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