« Lo Stato, nella questione del ripianamento dei bilanci comunali, a seguito della esenzione/sospensione Imu prima casa, sta procedendo su una strada sbagliata.
E lo dimostra la vicenda del bilancio del comune di Milano.
I problemi dell'equilibrio di questo bilancio derivano in gran parte dalla disfunzione del sistema della fiscalita' statale verso gli enti locali.
Questo sistema contiene infatti alcuni fattori distorsivi che per il Comune milanese si traducono in un minor introito dallo Stato e danno luogo ad un meccanismo che produce un maggior prelievo a carico dei contribuenti.
L'equita' vorrebbe che chi conferisce di piu'allo stato da questo ricevesse di piu': in tal modo tutti i comuni sarebbero equiparati nel rapporto con lo Stato.
Nient'affatto.
Succede che Milano, che e' tra i maggiori finanziatori dello Stato italiano ( i dati del residuo fiscale pro capite parlano chiaro ) riceva dallo stato in termini proporzionali meno delle altre citta'.
Il sistema infatti e' basato sulla storicizzazione del gettito, di modo che in sede di trasferimenti si trovano avvantaggiati i comuni che nel tempo hanno tenuto piu' alte le imposte locali.
Si tratta di un meccanismo perverso che spinge i comuni a praticare la strada dell'immediato massimo carico fiscale verso il contribuente.
Applicando subito le aliquote massime si fissa nel tempo la quota di trasferimenti cui lo stato dovra' attenersi : altro che modulazione delle aliquote entro la fascia di oscillazione prevista dalla legge.
Comuni virtuosi, come quello di Milano, che hanno nel tempo tenuto basse le tasse locali, sono penalizzati: pagano di piu' allo stato e ricevono di meno dallo stesso.
Questa disfunzione ci deve ammonire sul rischio che con la service tax si possa perpetuare tale distorsione.
Il che vanificherebbe qualsiasi beneficio derivante da un possibile federalismo fiscale competitivo.
Non ci potra' essere, in altre parole, autonomia fiscale nei comuni e quindi assunzione di responsabilita' dei sindaci davanti ai cittadini/contribuenti, fin tanto che non vi sara' una equiparazione di tutti i comuni nel rapporto con lo stato e finche' dalla interferenza statale potra' dipendere il maggior o minor carico del fisco locale per i cittadini.»
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