Pensieri,
ricordi, sogni, alimenti e oggetti e la loro cura e conservazione sono gli
argomenti su cui si è soffermata l’inchiesta lanciata dall’Associazione Gifasp riguardante
i momenti importanti da proteggere nella vita. Oltre 200 bambini e ragazzi
hanno dato la loro risposta su cosa vogliono conservare della propria vita, in
sintonia con il claim “Cultura della
protezione e della sostenibilità” sviluppata da GIFASP durante tutto il 2015,
ricordando che conservare le cose importanti vuol dire proteggere e difendere i
punti di riferimento, non solo materiali, della vita. Una particolarità: dalle
indicazioni emerse risulta molto importante non solo il cibo ma anche chi lo
cucina… L’alimento più gradito è quella preparato dalla mamma o dalla nonna
“Conservare
le cose importanti vuol dire proteggere e difendere i punti di riferimento, non
solo materiali, della nostra vita” è il titolo della campagna
che GIFASP, il Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli, aveva
scelto per Expo Milano 2015, a favore di “un
packaging attivo sul fronte della cultura
della protezione e della sostenibilità”. La raccolta dei questionari si è
svolta attraverso vari eventi-laboratorio: “Schiscetta box” organizzato al MUBA
- Museo del Bambino di Milano con due classi di seconda elementare della Scuola
Primaria Setti Carraro Dalla Chiesa di Milano e con una prima media della
Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo di Altedo-Malalbergo-Baricella ,
l’evento “Incontro a Merenda” presso l’ExpoGate in centro a Milano ed infine con
cinque classi di quarta della Scuola Elementare Aldo Moro di Canegrate (Mi) durante
il secondo laboratorio “Schiscetta box”.
I questionari dell’inchiesta sono stati compilati con le
risposte da 207 partecipanti in totale, bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni di
età.
I pensieri e i ricordi più frequenti da conservare per i
bambini riguardano la famiglia, intesa sia come attività in ambito familiare
(esperienze condivise con genitori, nonni, fratelli e cugini), sia come
famiglia unita, sia ricordi di un parente, soprattutto i nonni, che magari non
ci sono più, con il 18% delle preferenze; un bambino ha ricordato, per esempio,
il tatuaggio della sua mamma e un altro la propria famiglia biologica. Seguono
le gite (al mare, a parchi e giardini, a fare un picnic, in cascina o a
visitare le fattorie con gli animali) con il 12%, poi le vacanze o i viaggi (al
mare o in città italiane come Bologna, Venezia, Lucca, Napoli, Roma e Pisa o straniere
come Parigi, ma anche in luoghi più lontani come la Lapponia, Dubai e gli USA)
con il 10%. Sull’8% si attestano poi i ricordi riguardanti un oggetto o un
gioco (tecnologico e non) avuto magari in regalo e avvenimenti avvenuti a
scuola o all’asilo con il 7%. Il 6% dei bambini ha ricordato eventi legati
all’amicizia (in genere con il migliore amico) e all’infanzia. La nascita di un
fratellino o una sorellina e la presenza di un animale domestico (in genere un
cane, spesso deceduto) si pongono tra i ricordi più importanti insieme ad
attività sportive, legate magari alla vincita di una coppa o una medaglia o a
buoni risultati ottenuti, con il 4% delle preferenze. Seguono con il 3% delle
risposte il laboratorio “Schiscetta box” (per i bambini più piccoli in quanto
le interviste sono state fatte in contemporanea al laboratorio), la visita
all’Expo (per i bambini di Canegrate, che hanno partecipato al laboratorio a
pochi giorni di distanza dalla visita) e feste come il Natale. Una bambina ha
ricordato un maestro della sua patria d’origine.
Per quanto riguarda i sogni, spesso i bambini li
confondono con i ricordi e non riescono a mettere a fuoco perfettamente la
differenza tra i due. In ogni caso, il 24% si focalizza su una professione
futura, meglio se importante e conosciuta; ne hanno nominate moltissime: oltre
ai classici cantante, attrice, parrucchiera, atleti come calciatore, giocatore
di basket, ballerina e campionessa di nuoto oppure dottore, ingegnere e
architetto, le più curiose sono state fumettista, militare, pittrice, pianista,
inventore, poliziotto, scienziato e operaio (cioè lavorare in fabbrica); alcuni
bambini sognano poi di diventare famosi e/o di essere ricchi. Molti sogni
vertono poi su un desiderio, come quello, per il 14% di chi ha risposto
all’inchiesta, di essere supereroi (dei fumetti o dei cartoni animati) o avere
superpoteri, in particolare di volare; il 12% ha invece come sogno quello di
continuare a stare bene in famiglia, di averla felice e unita e un bimbo sogna
di vedere ancora i suoi genitori insieme. Il 6% desidererebbe avere un cane o
un gatto e il 5% vorrebbe che ci fosse
la pace nel mondo o che venisse sconfitta la fame (solo i bambini di Canegrate
hanno risposto in questo modo). Il 3% desidera andare al mare oppure ha un sogno
riguardante l’amicizia, magari che duri per sempre quella con il migliore
amico; il 2% vorrebbe girare il mondo oppure fare una bella gita (in piscina o al
parco) o vacanza e sempre la stessa percentuale avrebbe il sogno di continuare
a giocare, di stare immerso nella natura e di essere bravo a scuola. Qualcuno
sogna poi di avere la macchina del tempo o più semplicemente… Di visitare Expo
(non i bambini di Canegrate, ovviamente, che sono stati tutti ad Expo).
I cibi che i bambini prediligono, stando alla nostra
inchiesta, sono la pizza per il 18% e la pasta per il 14%, quest’ultima con
vari condimenti (pomodoro, pesto, carbonara ma anche cozze) o sue varianti come
i tortellini, i ravioli, gli gnocchi e lasagne; i bambini di Canegrate (almeno
in due casi) amano invece i pizzoccheri. Se l’8% sceglie come cibo le patatine
fritte, il 9% predilige la verdura (soprattutto carote, broccoli, spinaci e
insalata) e l’8% la frutta (in particolare le fragole, le pesche e le banane).
Il 5% ama la carne, come, indicata dalla stessa percentuale, la cotoletta
mentre il pesce non è stato indicato da nessuno. Tra i dolci, il cioccolato, il
gelato e la torta sono tra i cibi più gettonati ma comunque più bassi
dell’attesa. Tra gli alimenti più originali che sono stati nominati troviamo i
ravioli primavera, il cous cous con la zucca, la frittata, le lumache, il kebab
e lo zucchero filato. Si può in definitiva dire che i cibi più gustosi per i
bambini restano sempre i primi e gli alimenti meno sani, ma molta strada stanno
facendo la frutta e la verdura; una particolarità: dall’inchiesta è emerso che
è molto importante anche chi prepara i piatti, perché spesso è stato
specificato che l’alimento gradito è quella preparato dalla mamma o dalla
nonna. Per i bambini è poi molto importante con chi si consuma il pasto (dato
emerso dalla composizione della schiscetta): la maggioranza (55%) vede ideale
la compagnia della mamma; un terzo quella del papà (34%) e il 10% circa quella
di un parente (12% nonno, 9% zia, 8% cugino, 7% nonna). La famiglia è in primo
piano, dunque (arrivando a circa il 90% delle preferenze), anche nella scelta
degli alimenti.
Tra gli oggetti da conservare, infine, i prescelti sono
stati gli oggetti tecnologici con il 15% delle preferenze (tra cui cellulare,
TV, iPad, tablet, Play Station, computer, Wii, Nintendo e macchina fotografica)
ma seguono, con la scelta del 14% dei bambini, giocattoli più tradizionali come
peluche o oggetti di altro materiale a forma di animale, soprattutto orsacchiotti
(anche risalenti all’infanzia, ma hanno nominato anche il cavallo, il dinosauro
e il canguro) e i pupazzi con l’11% (tra cui alcuni regalati ad Expo). Il 10%
dei bambini annovera, tra gli oggetti da conservare, quelli di gioielleria e
bigiotteria, spesso regali, legati a persone (parenti o amici) o momenti della
propria vita; per l’8% dei bambini sono da conservare le fotografie, ancora una
volta collegate alla famiglia o a persone che non ci sono più, per il 7% le
macchinine (o camion e moto) e per il 6% la palla, il pallone o altri attrezzi
legati allo sport praticato (canestro, racchetta, skateboard). Poche preferenze
sono andate ad un libro e al Lego. Alcuni hanno citato altri giochi
tradizionali come le biglie, i pattini e il monopattino oppure oggetti vari
come i trucchi, il mappamondo, il letto, il carillon, il rosario della nonna e
in due casi la propria casa. L’inchiesta ha messo in evidenza quanto molti
bambini amino la tecnologia ma anche che i giochi tradizionali ricoprono ancora
un ruolo molto importante.
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