I dati nel settore pubblico sono quelli più a rischio,
secondo una ricerca Acronis
Milano, 29 marzo 2012 – Secondo i risultati emersi dall'indagine Acronis Global Disaster Recovery (DR) Index 2012, il settore pubblico è quello che ha meno fiducia nelle proprie strategie di backup e ripristino d'emergenza, con la maggior parte degli interpellati che citano la carenza di budget e risorse come ostacoli principali. Un terzo (33%) non investe alcuna porzione del budget in backup e ripristino d'emergenza, e il 41% dichiara una carenza strutturale di personale IT competente per la gestione dei sistemi.
L'indagine Acronis, condotta su quasi 6.000 piccole e medie imprese (PMI) in 18 paesi ha mostrato come oltre la metà (65%) delle organizzazioni nel settore pubblico incorrerebbe in periodi di inattività importanti in caso di disastro. Due terzi affermano che la strategia di ripristino d'emergenza aziendale non è gestita in maniera idonea e quasi la metà (47%) ritiene che i rispettivi team dirigenziali non offrano il supporto necessario alle attività di backup e ripristino. E alla domanda in merito all'opportunità di ottenere una maggior protezione dei dati a seguito delle emergenze naturali avvenute nel 2011, solo uno su cinque (21%) afferma di aver sottoposto il problema ai propri responsabili.
I risultati dell'indagine sottolineano il particolare ritardo del settore pubblico nell'adozione della virtualizzazione. Un quarto (23%) di tutte le organizzazioni del comparto non ha ancora adottato la virtualizzazione in alcun modo. Al contempo, il settore pubblico è quello che protegge meno i propri server virtuali, affermando di non eseguire il backup, o di non sapere se il backup dei propri server virtuali viene effettuato con la stessa frequenza di quello dei server fisici.
Al contrario, il cloud si dimostra un'alternativa piuttosto diffusa nel settore, con il 92% che ne prevede l'impiego nei prossimi 12 mesi, mentre la metà (55%) concorda sul fatto che il cloud consenta una riduzione dei costi operativi. Sorprende tuttavia quel 39% di organizzazioni che ancora non dispone di una strategia di backup offsite di alcun tipo, ed è quindi impossibilitato a effettuare ripristini efficienti in caso di emergenza.
La grande maggioranza (76%) dei manager IT del settore pubblico interpellati concorda sul fatto che il maggiore ostacolo dei contesti ibridi è lo spostamento dei dati tra ambienti fisici, virtuali e cloud. Eppure l'indagine fa rilevare che molte aziende non hanno ancora consolidato gli strumenti di backup e ripristino d'emergenza al fine di affrontare questa problematica. La maggior parte si affida a più tool e oltre un terzo (32%) usa tre o più soluzioni diverse per proteggere i propri dati. Due terzi (63%) applicano soluzioni distinte tra ambienti virtuali e fisici.
Commentando i risultati, Mauro Papini, country manager di Acronis Italia ha dichiarato: "I tagli al budget nel settore pubblico a livello globale colpiscono duramente qualsiasi reparto, ma potrebbero anche rappresentare un positivo catalizzatore di cambiamento. Adottando nuove tecnologie quali virtualizzazione e cloud, e consolidando il numero di prodotti di backup a disposizione, molte organizzazioni del settore pubblico potrebbero migliorare i processi di ripristino d'emergenza in atto, tagliando in modo significativo i costi."
Note per gli autori
L'indagine è stata condotta nei mesi di settembre e ottobre 2011 dal Ponemon Institute, in 18 paesi. Sono stati intervistati oltre 6.000 professionisti IT appartenenti ad aziende di piccole e medie dimensioni, con meno di 1.000 lavoratori. Ulteriori informazioni sulle modalità di elaborazione dei risultati della classifica e sulla posizione di ciascun paese sono disponibili all'indirizzo:
Report completo della ricerca (versione in italiano da scaricare)
Report completo della ricerca (versione in inglese)
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