17 marzo 2012
Milano, Fnac, via Torino, ore 17
ORAZIONE CIVILE PER LA RESISTENZA
Un libro e uno spettacolo di Daniele Biacchessi
Promo Music Corvino Meda Editore
Distribuzione Messaggerie Libri
Daniele Biacchessi(voce narrante)
Marino Severini dei Gang (voce e chitarra dodici corde)
Sandro Severini (chitarra elettrica)
Massimo Priviero (voce e chitarra)
Gaetano Liguori (piano elettrico)
Michele Fusiello (sassofoni)
Infoline:
www.promomusic.biz
www.danielebiacchessi.it
Le date del tour su Facebook
https://www.facebook.com/pages/Orazione-civile-per-la-Resistenza/199213026850266
Ufficio stampa:
Francesca Bartoli
Promo Music Corvino Meda Editore
multimedia@promomusic.it
Booking spettacoli:
info@danielebiacchessi.it
SCRIPT
Cosa è accaduto in Italia tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945?
Una guerra civile oppure una guerra di Liberazione contro la dittatura fascista e l'occupazione tedesca?
I termini sono importanti per definire l'esito della Storia.
La guerra civile è un conflitto armato nel quale le parti belligeranti appartengono alla popolazione di un unico Paese.In Inghilterra (1642 - 1660), America (1861 - 1865), Spagna (1936 - 1939), si sono combattute vere guerre civili. Tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, il nostro Paese é invece occupato dalle forze armate della Germania nazista e il nostro territorio trasforma in un distretto militare alle dirette dipendenze di Adolf Hitler, tramite la Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini, un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere mano d'opera a basso costo. In Italia si è dunque combattuta una guerra di Liberazione contro la dittatura nazista e fascista.
A nord organizzata sul piano logistico e militare da tutti i partiti e movimenti antifascisti italiani (comunisti, socialisti, democristiani, azionisti, demo laburisti, monarchici, anarchici), da buona parte dei soldati e ufficiali del disciolto esercito italiano dopo l'8 settembre 1943.
Una guerra di Liberazione sostenuta dalle forze anglo - americane. Fino alla vittoria finale.
Daniele Biacchessi racconta la Resistenza in un libro di Promo Music Corvino Editore collana Paperback, distribuzione Messaggerie Musicale.
Dal vivo attraverso il teatro civile, la musica, le immagini, la poesia, l'emozione. E' un'orazione civile frutto di uno studio durato dieci anni su documentazione di archivio, documentazione giudiziaria e storica, libri, materiale multimediale. Si snoda attraverso il racconto dei luoghi dove sono stati uccisi i partigiani e dove si conserva ancora oggi la loro memoria attraverso lapidi e monumenti, musei, istituti storici. Per Milano, vengono narrate le testimonianze degli antifascisti torturati dal reparto Speciale di Polizia di Pietro Koch a Villa Triste, dalla Legione Muti e XMAs in via Rovello. Le altre tappe della narrazione sono Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Benedicta, Fondotoce, La storta, Montesole e Marzabotto, Fivizzano, Fucecchio, Vinca, Monzuno, via Tasso a Roma e molte altre ancora. L'anteprima dello spettacolo è andata in scena lo scorso 16 aprile a Milano, a Villa Triste, riaperta dopo 66 anni, e in via Rovello, nell'ambito dei percorsi sulla memoria dell'Officina della città di Giuliano Pisapia.
Il quadro teatrale su Villa Triste è inciso nel doppio cd live "Storie dell'altra Italia" con Gang e Massimo priviero (Latlantide, distribuzione Edel).
RASSEGNA STAMPA
"Da Piazza Fontana a Giorgio Ambrosoli, dalla morte "anarchica" di Fausto e Iaio a Piazza della Loggia, Daniele Biacchessi racconta misteri, omicidi e stragi in un'Italia che sembra ormai vivere in una perenne ri(e)mozione forzata. Con la voce e la potenza di uno scrittore che è l'unico erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini."
Gian Paolo Serino, La Repubblica.
"Daniele Biacchessi, narratore, saggista e vicecaporedattore di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore, è uomo d'altri tempi. Da diversi anni porta avanti la sua battaglia contro l'abuso di potere, le associazione mafiose, la massoneria, con una passione e una tenacia unica. Dalla strage di Piazza Fontana al delitto di Paolo Borsellino, dalla musica al teatro passando per la narrativa, l'obiettivo dell'intera opera di Biacchesi rimane uno: scuotere i nostri animi, troppo spesso "in letargo". Di recente insignito del prestigioso Premio Speciale Unesco, uno dei giornalisti più grandi di sempre, così grande che dovrebbe essere letto a scuola. "
Daniele Rubatti Famiglia Cristiana
"Non gli servono effetti speciali. Bastano la sua voce e la volonterosa musica di un paio di amici. Perché è la storia d'Italia, quella più fosca, più scomoda, più vergognosa, ad accapponare la pelle del pubblico"
Bruno Ventavola, La Stampa.
"Le pièce teatrali d'impegno civile di Biacchessi vorrebbero essere un contributo a scostare le ante del Paese da quel muro che ne impedisce l'apertura «perché - riflette l'autore - una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro"
Lionello Mancini, IlSole24ore.
"Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore e autore teatrale torna ora nei luoghi della narrazione e delle inchieste, ripercorre i tanti spettacoli che, negli anni, hanno raccontato in Italia le storie vere ignorate, dimenticate o "aggiustate" e ne evoca ed esalta la linfa rigeneratrice."
Silvana Mazzocchi, La Repubblica.
"Il suo stile comunicativo usa moduli differenti, spaziando tra musica e teatro. Quanto ai contenuti, resta coerente con l'idea che linguaggi diversi possano rendere più efficace la ricostruzione e la denuncia delle tante malefatte italiane. In nome di una verità che dovrebbe coincidere con la giustizia."
Diego Carmignani, Terra.
"La parola di Daniele Biacchessi è netta. Intagliata in una voce pastosa e un filo affannata, perfetta per la radio, ma non priva di efficacia in scena."
L'Eco di Bergamo.
"La sua vitalità artistica è un continuo fluire tra teatro e musica. Due mondi paralleli e di medesima estensione della sau poliedrica identità che da sempre corre su tre binari: ricerca della verità, memoria e identità, ovvero le persone al centro dei racconti"
Maddalena Tuffarulo, Tabloid.
INTERVISTE
" Molti anni fa dalle mie parti, la zona di Monte Sole, vicino a Marzabotto, ogni sera il nonno si metteva vicino al camino, caricava la pipa, beveva un goccio di grappa. Poi si girava e diceva a noi bambini: "allora...". E iniziava un racconto: il vento che si infilava nella porta, lo scalpiccio dei soldati nazisti lungo i sentieri di Monte Sole, gli spari, le urla, il silenzio. Ogni sera lo stesso racconto, ma c'era sempre un particolare che lo rendeva diverso. Questo è il teatro civile, raccontare storie per non dimenticare. "
Silvana Mazzocchi, Repubblica.
"Dimenticare mai. Per questo ho deciso di trasferire in teatro ciò che ho conosciuto, letto e ho anche trovato in termini di testimonianza. Perché penso che alla fine dei conti, soprattutto per le nuove generazioni, ma non solo, il teatro come l'arte in generale, può dare la possibilità di far nascere una nuova coscienza civile, un nuovo impegno civile nel nostro Paese. "
Paolo Salvatore Orrù, Tiscali.it.
" Sento una partecipazione fortissima intorno a me, le mani che mi stringono, che mi accarezzano in segno di ringraziamento. Se leggo i miei spettacoli nella sala d'attesa della stazione di Bologna, con i familiari delle vittime, o tra i superstiti della strage nazista di Sant'Anna di Stazzema, la commozione è naturale. La cornice aiuta. Ma lo stesso accade nelle piazze di provincia, nei paesini e nelle scuole. Quando racconto agli studenti le stragi impunite del nostro Paese percepisco una commozione fortissima. Mista a uno stupore indignato. Perché di tutto questo nei testi ministeriali non c'è traccia"
Bruno Ventavola, La Stampa.
"Siamo testimoni. Che vanno a cercare per gli altri, e raccolgono, e trasferiscono la Memoria. Noi abbiamo il dovere della Memoria. Ed è faticoso. Occorre informarsi, sapere di cosa si parla. Devi farti tu stesso memoria. Lo devi fare soprattutto per le nuove generazioni."
Massimo Del Papa, Mucchio.
"In teatro il dolore privato diventa dolore pubblico. Questa si può definire un'operazione politica."
Laura Landolfi, Il Riformista.
"Non è normale il paese che consegna ai narratori il peso della sua memoria nazionale, che dovrebbe essere di tutti, perciò collettiva."
Mattia Eccheli, L'Adige.
"Realizzare una messa laica, raccontando storie che avranno gambe per poter camminare fino a che qualcuno continuerà a tramandarle. E contemporaneamente smuovere le coscienze."
Carla Cotterli, Il Salvagente.
"Il paese della vergogna è l'Italia che non riesce a offrire una verità giudiziaria sulle stragi di piazza Fontana, piazza della Loggia a Brescia, treno Italicus, Questura di Milano, treno 904. E' l'Italia dei depistaggi dei servizi segreti, dei testimoni e dei documenti spariti, dei processi e dei magistrati trasferiti in altra sedi, degli archivi nascosti nel 1960 nel cosiddetto armadio della vergogna e poi ritrovati nel 1994 con i nomi dei responsabili delle stragi nazifasciste come Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema, Fivizzano, Benedicta, Vinca e altre migliaia. E' il paese che sta a guardare dalla finestra, spesso indifferente, senza stimoli, che delega ad altri la ricerca della verità. Ma forse, dico forse, c'è un paese migliore "
Daniele Rubatti Famiglia Cristiana
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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