Milano, 31 agosto 2009 – "Questa è la punta dell'iceberg di un fenomeno che all'estero è già da tempo oggetto di studio". Così l'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, tornando sull'argomento della microprostituzione nelle scuole e lo scambio di immagini e video che ritraggono scene di sesso fra i giovanissimi.
"Stiamo lavorando per creare le condizioni affinché l'uso di Internet o di dispositivi tecnologici sia più controllato e contro un generale decadimento di valori. Ma non solo – aggiunge – lottiamo contro un aumento significativo di alcune malattie a trasmissione sessuale, come la mononucleosi e l'epatite B".
Al centro dell'intervento di Landfi di Chiavenna è la crescente diffusione del fenomeno denominato "sexting", neologismo nato dalla fusione di "sex" e "texting". Autoscatti a sfondo sessuale che i teenager inviano ad amici o fidanzati e che, talvolta, possono attirare le attenzioni di persone senza scrupoli. Un fenomeno, questo, sotto i riflettori negli Stati Uniti e in Australia, ma che, anche in Gran Bretagna, si sta affermando in modo pericoloso. A lanciare l'allarme oltremanica è il Child Exploitation and Online Protection Centre (Ceop) ritienendo che i genitori possano contribuire a limitare questa pericolosa moda parlando ai propri figli, illustrando tutti i pericoli che possono derivare dalla diffusione di immagini personali.
Una recentissima indagine inglese su un campione di 2.000 giovani, pubblicata dall'associazione Beatbullying, evidenzia come oltre un terzo, ossia il 38%, dei ragazzi inglesi fra gli 11 e i 18 anni (equamente divisi tra maschi e femmine) hanno ricevuto almeno un messaggio o una e-mail a contenuto sessualmente esplicito, e che il 70% di loro conosce la persona che l'ha mandato.
Sempre secondo la ricerca inglese, il 45% dei messaggi circola in modalità "peer to peer" (tra i ragazzi stessi), il 23% tra partner e solo il 2% giunge da adulti estranei.
Di quel 25% che riceve un'immagine sessualmente offensiva, il 55% viaggia via telefonino, il 29% via chat.
"Questi dati – ha concluso l'assessore Landi - mi spingono ad aprire anche a Milano questo fronte di attenzione. Lontana da me l'idea di sminuire l'importanza e l'utilità dei sistemi informatici, ma questi vanno governati quando diventano non mezzi di comunicazione e socialità intelligente ma di abuso. I giovani vanno guidati verso un'educazione sessuale matura e responsabile, protetta quando è fisica e filtrata quando è virtuale".
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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