Milano, 5 ottobre 2017, ore 18 Presentazione del libro "Un albero al contrario. Una ragazza senza radici e una famiglia come nessun'altra" di Elisa Luvarà (Rizzoli 2017) Elisa ripercorre la sua infanzia: l'esperienza in una comunità educativa della COMIN di Milano prima, l'affido familiare poi. I ricordi in soggettiva riportano, senza mediazioni e senza filtri, ai vissuti di una bambina alla "disperata" ricerca di una famiglia.
La serata è organizzata da Agevolando Lombardia, la prima organizzazione in Italia nata dall'iniziativa di alcuni giovani che hanno trascorso parte della loro infanzia e adolescenza "fuori famiglia".
Milano, 3 ottobre 2017 – Giovedì 5 ottobre 2017, alle 18 in via Fonseca Pimentel 5, a Milano, Elisa Luvarà presenta il suo libro "Un albero al contrario", straordinario "caso" nato dal passaparola e approdato a un grande editore come Rizzoli.
L'evento si terrà presso la sede di COMIN, e non è un caso:
"Elisa è entrata in una comunità educativa di COMIN quando aveva 11 anni -spiega Emanuele Bana, presidente di COMIN-. La sua infanzia, tra gli anni trascorsi in istituto e un'esperienza di affido fallita, è stata tutt'altro che facile.
I due anni in comunità le hanno permesso di sentirsi finalmente accolta, protetta, ben voluta. Questo momento e la presenza degli educatori – la signora Tilde del romanzo era una delle educatrici allora presenti in comunità – hanno fatto sì che la comunità diventasse quel ponte che permette un buon passaggio tra un prima, il momento di fatica e sofferenza, e un dopo, una nuova e ben riuscita esperienza di affido familiare, nel caso di Elisa.
Per me è significativo che quella bambina, oggi 28enne e autrice di un romanzo di successo, torni in COMIN a parlare della sua esperienza, rielaborata e ritessuta negli anni per mettere assieme tutti i tasselli. Ed è emblematico che a organizzare la serata sia stato il gruppo di ragazzi di Agevolando –di cui COMIN è parte – che hanno trascorso parte della loro infanzia e adolescenza fuori famiglia e che oggi stanno affrontando il percorso verso l'autonomia".
COMIN è impegnata da oltre 40 anni nel garantire l'accoglienza e l'accudimento quotidiano in comunità con funzione vicaria della famiglia. Presentare l'esperienza in comunità di un minore, oggi adulto, è un ottimo modo per raccontare un'esperienza comune a tanti bambini, esperienza tuttavia ancora spesso presentata in modo distorto: è questo uno dei messaggi forti che Elisa ha voluto trasmettere col suo romanzo.
A suggerirmi la prima volta di scrivere è stata la mia mamma affidataria -spiega Elisa Luvarà-. Avevo 23 anni quando ho iniziato a scrivere, sotto forma di diario, la mia storia. Si è trattato soprattutto di mettere in ordine i pezzi, di ricostruire il mio passato, attraversando tutte le tappe. Mi sono accorta che se andavo indietro negli anni c'era un buco nella mia vita, ma ho dovuto attendere di essere pronta a farlo prima di cominciare a scrivere. È stato mio marito, allora il mio fidanzato, a incoraggiarmi con dolcezza. Lui che non mi aveva mai fatto domande dirette sulla mia vita di bambina e di adolescente è stato poi il primo a leggere quello che sarebbe diventato il romanzo. Gliel'ho chiesto perché volevo un parere sincero e critico sulla scrittura, ma questo è stato anche il modo in cui gli ho permesso di conoscere ciò che non sapeva ancora di me. L'ho permesso a lui e l'ho permesso a me. Ho capito così che poteva avere senso raccontare una storia, che sebbene unica come ogni storia, avrebbe permesso a molti altri bambini, alcuni dei quali oggi adulti e ad altrettante famiglie di ritrovarsi.
Ho impiegato circa un paio di anni a scrivere il libro. Il mio romanzo è nato sulla piattaforma di crowdfunding Bookabook e fin dal primo momento ha conquistato un gran numero di associazioni e genitori interessati al tema dell'affido familiari. Poi è arrivata la proposta di Rizzoli, che non è stata l'unica ma è stata quella che io ho scelto e sentita più vicina.
Oggi sono una delle tante impiegate precarie in una delle società di Milano. Da un anno sono sposata. Considero la mia famiglia affidataria, quella con cui ho vissuto dai 13 ai 27 anni, la mia famiglia. È stato mio padre affidatario a portarmi all'altare un anno fa. Mi piacerebbe in futuro pensare a un lavoro che mi permetta di coltivare anche la mia passione per la scrittura.
L'appuntamento è per giovedì 5 ottobre alle 18:00 in via Fonseca Pimentel, 5 a Milano (MM1 Rovereto).
Con l'autrice, interverranno Emanuele Bana, presidente di COMIN, e Andres Bolivar, educatore di comunità, referente del gruppo "Agevolando Lombardia".
L'Associazione AGEVOLANDO è la prima organizzazione in Italia nata dall'iniziativa di alcuni giovani che hanno trascorso parte della loro infanzia e adolescenza "fuori famiglia" e che, finita la loro esperienza di accoglienza in comunità o in affido si sono messi assieme per fare qualcosa di più per coloro che si trovano, da soli, ad affrontare la transizione dalla vita in comunità/in affido verso una vita adulta autonoma.
Costituita da più di 150 soci, di cui circa 50 ex-ospiti di contesti residenziali fuori famiglia e famiglie affidatarie, Agevolando opera principalmente in Emilia-Romagna, Trentino, Veneto, Campania, Piemonte e Sardegna, ma promuove attività e collaborazioni in diverse regioni d'Italia.
La serata sarà ospitata all'interno del Giardino della Madia di COMIN, sede di Agevolando Lombardia, e sarà aperta a tutti.
Seguirà un brindisi con l'autrice e con i ragazzi di Agevolando Lombardia.
Si ringrazia l'editore Rizzoli per aver reso possibile questo incontro con Elisa Luvarà.
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