Milano, 27 gennaio 2011. Tutte le associazioni milanesi e lombarde per i Diritti Umani hanno aderito al presidio pacifico davanti alla Rappresentanza milanese della Commissione europea, che si terrà a Milano sabato 29 gennaio 2011. L'appuntamento è fissato a partire dalle 10 del mattino in corso Magenta angolo via Caradosso. Siamo lieti di annunciare che Milano e la Lombardia dei Diritti Umani saranno ben rappresentate, dalla dalla A di Asgi alla Z di Zebra Centro Studi. Inoltre, quotidiani, media, politici, attivisti, storici dell'immigrazione (proprio oggi, ha dato la sua adesione il grande storico dell'immigrazione Michele Strazza, che incontreremo con piacere). Molti rifugiati africani parteciperanno alla manifestazione, portando la loro drammatica testimonianza e il loro grido di giustizia, rivolto al mondo civile perché non sacrifichi alle proprie fobie folle di profughi che chiedono protezione, che chiedono il rispetto della Convenzione di Ginevra e delle Carte per i diritti dell'uomo. Ci saranno artisti e scrittori, il cui messaggio raggiungerà le generazioni future, che ci giudicheranno proprio in base alla nostra capacità di essere solidali. Ci saranno le donne e gli uomini dei nuovi movimenti di solidarietà, nati attraverso i social network. Ci saranno persone che credono in un futuro diverso, in un ideale di Umanità Unita che ci allontani dalla situazione attuale, in cui ogni anno centinaia di migliaia di profughi e di persone che appartengono a minoranze perseguitate perdono la vita nell'indifferenza del mondo: sono numeri simili a quelli che caratterizzarono l'Olocausto, anche se i governi e le istituzioni internazionali li nascondono. Ci saranno i difensori dei diritti umani, che si impegnano per evitare abusi e violenze contro le persone e i gruppi sociali più deboli, ma che subiscono gravi forme di persecuzione politica, poliziesca, giudiziaria e aggressioni continue da parte dei movimenti intolleranti. Forme di persecuzione che recentemente hanno ucciso in Uganda l'attivista David Kato Kisule (caro amico del nostro co-presidente Matteo Pegoraro), massacrato a colpi di martello dopo che le autorità e i media locali l'avevano indicato come persona non gradita proprio perché difensore di una minoranza oggi discriminata ovunque: i gay e le lesbiche. Persecuzione che ha costretto i co-presidenti di EveryOne a lasciare la città in cui vivevano, dopo innumerevoli episodi di ostilità, intimidazione e aggressione da parte di razzisti, politici, autorità di forza pubblica e magistrati. Ci saranno i promotori di nuovi progetti. Si parla di una mostra per sostenere il grande pittore René Bokoul, rifugiato dal Congo costretto a vivere come un mendicante a Torino e la giovane artista Rebecca Covaciu, vincitrice del Premio Unicef ma più volte oggetto di aggressioni con la sua famiglia. Si parla di un concerto per i rifugiati di San Lupo, che vivono in condizioni disperate nonostante i due milioni di euro investiti dall'Unione europea per la loro integrazione. Ci saranno i cittadini che non accettano il dolore di un mondo invisibile e le continue bugie di politici e media intolleranti.
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giovedì 27 gennaio 2011
Presidio a Milano per profughi nel Sinai: chi parteciperà
Milano, 27 gennaio 2011. Tutte le associazioni milanesi e lombarde per i Diritti Umani hanno aderito al presidio pacifico davanti alla Rappresentanza milanese della Commissione europea, che si terrà a Milano sabato 29 gennaio 2011. L'appuntamento è fissato a partire dalle 10 del mattino in corso Magenta angolo via Caradosso. Siamo lieti di annunciare che Milano e la Lombardia dei Diritti Umani saranno ben rappresentate, dalla dalla A di Asgi alla Z di Zebra Centro Studi. Inoltre, quotidiani, media, politici, attivisti, storici dell'immigrazione (proprio oggi, ha dato la sua adesione il grande storico dell'immigrazione Michele Strazza, che incontreremo con piacere). Molti rifugiati africani parteciperanno alla manifestazione, portando la loro drammatica testimonianza e il loro grido di giustizia, rivolto al mondo civile perché non sacrifichi alle proprie fobie folle di profughi che chiedono protezione, che chiedono il rispetto della Convenzione di Ginevra e delle Carte per i diritti dell'uomo. Ci saranno artisti e scrittori, il cui messaggio raggiungerà le generazioni future, che ci giudicheranno proprio in base alla nostra capacità di essere solidali. Ci saranno le donne e gli uomini dei nuovi movimenti di solidarietà, nati attraverso i social network. Ci saranno persone che credono in un futuro diverso, in un ideale di Umanità Unita che ci allontani dalla situazione attuale, in cui ogni anno centinaia di migliaia di profughi e di persone che appartengono a minoranze perseguitate perdono la vita nell'indifferenza del mondo: sono numeri simili a quelli che caratterizzarono l'Olocausto, anche se i governi e le istituzioni internazionali li nascondono. Ci saranno i difensori dei diritti umani, che si impegnano per evitare abusi e violenze contro le persone e i gruppi sociali più deboli, ma che subiscono gravi forme di persecuzione politica, poliziesca, giudiziaria e aggressioni continue da parte dei movimenti intolleranti. Forme di persecuzione che recentemente hanno ucciso in Uganda l'attivista David Kato Kisule (caro amico del nostro co-presidente Matteo Pegoraro), massacrato a colpi di martello dopo che le autorità e i media locali l'avevano indicato come persona non gradita proprio perché difensore di una minoranza oggi discriminata ovunque: i gay e le lesbiche. Persecuzione che ha costretto i co-presidenti di EveryOne a lasciare la città in cui vivevano, dopo innumerevoli episodi di ostilità, intimidazione e aggressione da parte di razzisti, politici, autorità di forza pubblica e magistrati. Ci saranno i promotori di nuovi progetti. Si parla di una mostra per sostenere il grande pittore René Bokoul, rifugiato dal Congo costretto a vivere come un mendicante a Torino e la giovane artista Rebecca Covaciu, vincitrice del Premio Unicef ma più volte oggetto di aggressioni con la sua famiglia. Si parla di un concerto per i rifugiati di San Lupo, che vivono in condizioni disperate nonostante i due milioni di euro investiti dall'Unione europea per la loro integrazione. Ci saranno i cittadini che non accettano il dolore di un mondo invisibile e le continue bugie di politici e media intolleranti.
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